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Una iniziativa di Amnesty International

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Credete che il cambiamento climatico non ci riguardi ? Che avvenga solo in paesi lontani ? Pare di no. Se guardiamo meglio possiamo già vederne attorno a noi gli effetti. La circoscrizione Veneto Trentino Alto Adige di Amnesty International vuole organizzare una mostra itinerante sugli effetti del cambiamento climatico in Italia e per farlo abbiamo bisogno della collaborazione vostra e delle persone sensibili al tema che conoscete. Partecipate anche voi. Mandateci le vostre fotografie, le vostre poesie o brevi testi autoprodotti aderendo al bando di partecipazione che trovate qui
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  COP30: Diritti calpestati, eppure il potere delle persone dimostra che l'umanità vincerà   I leader della #COP30 in Brasile non sono riusciti a concordare di porre le persone sui profitti come mancanza di unità, responsabilità e trasparenza che hanno ridotto la realizzazione dell'azione urgente ed efficace per il clima necessaria, anche se ci sono stati alcuni punti luminosi, ha detto Amnesty International alla fine del vertice annuale delle Nazioni Unite sul clima.   La decisione dell’headliner COP30 “GlobalMutirão” intendeva portare il consenso globale su una serie di azioni prioritarie per il clima durante questo vertice bollato come “COP della verità”. Eppure il documento finale ha evitato qualsiasi menzione di combustibili fossili, il motore principale del cambiamento climatico, non riuscendo a costruire o addirittura a riaffermare l’impegno a “transizione lontano” dai combustibili fossili concordati nella COP28 .   https://www.amnesty.org/en/latest/ne...
  Veleni e bugie   Otto mesi dopo il disastro ambientale causato dalla compagnia cinese Sino-Metals in Zambia, emergono nuove accuse. Risarcimenti insufficienti, intimidazioni ai residenti e un tentativo costante d'insabbiare la verità su 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti tossici riversati nel fiume Kafue   https://www.nigrizia.it/notizia/veleni-bugie-zambia-disastro-ambientale-inquinamento-rifiuti-tossici-cina-sino-metals
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  Ciad, i letti dei fiumi scompaiono e la vita rurale vacilla   In Ciad, il cambiamento climatico sta modificando in modo drammatico il paesaggio e la vita delle comunità. La scomparsa progressiva dei wadis (i letti di fiumi stagionali che convogliano l’acqua delle piogge e alimentano le falde sotterranee) minaccia l’agricoltura, l’allevamento e persino l’accesso all’acqua potabile.   https://www.focusonafrica.info/ciad-i-letti-dei-fiumi-scompaiono-e-la-vita-rurale-vacilla/
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  Repubblica democratica del Congo, a Lubumbashi la rottura di un bacino tossico scatena paura e proteste   A Lubumbashi si è rotta una vasca di ritenzione contenente acque acide e contaminanti provenienti da un sito minerario. La rottura ha  provocato una fuoriuscita che ha inondato il mercato e numerose abitazioni. L’incidente, avvenuto nei pressi delle installazioni della compagnia cinese Congo Dongfang Mining (CDM), ha sollevato gravi preoccupazioni sanitarie e ambientali tra i residenti, che temono un inquinamento diffuso dei suoli e delle acque sotterranee.   https://www.focusonafrica.info/rd-congo-a-lubumbashi-la-rottura-di-un-bacino-tossico-scatena-paura-e-proteste/
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  Ecosistemi in pericolo con le infrastrutture dell’energia fossile   In un rapporto diffuso il 13 novembre sui danni causati dall’industria fossile al clima, alle persone e agli ecosistemi , Amnesty International e BetterPlanet Laboratory (Bpl) hanno denunciato che le infrastrutture dell’energia fossile creano rischi per la salute e i mezzi di sussistenza di almeno due miliardi di persone, circa un quarto della popolazione mondiale. Il rapporto, intitolato “Estinzioneda estrazione” , dimostra come l’intero ciclo vitale della produzione di energia fossile distrugge irreparabilmente gli ecosistemi naturali e mette a rischio i diritti umani, soprattutto delle persone che vivono nei pressi delle relative infrastrutture.   https://www.amnesty.it/ecosistemi-in-pericolo-con-le-infrastrutture-dellenergia-fossile/
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  Aotearoa Nuova Zelanda: discriminazione contro chi fugge dalla crisi climatica   Amnesty International ha accusato le autorità di Aotearoa Nuova Zelanda di attuare politiche discriminatorie nei confronti delle popolazioni delle isole oceaniche di Tuvalu e Kiribati, che si trovano a due metri d’altezza dal livello del mare e che rischiano di essere sommerse proprio a causa dell’emergenza climatica.  Quelle popolazioni, insomma, sono punite due volte: da una crisi climatica di cui non hanno responsabilità e da un sistema discriminatorio adottato dallo stato con cui hanno maggiori legami storici e culturali, che non tiene conto di condizioni quali l’età, la salute o la disabilità, in violazione del diritto internazionale.   Il programma chiamato Permesso di soggiorno per l’accesso delle categorie residenti nel Pacifico prevede un limitato numero di posti a disposizione per le persone che sono cittadine di Kiribati, Tuvalu, Tonga e Figi e...
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  L’Italia dei fossili: così Eni, Snam, Sace e Intesa hanno ignorato la crisi climatica   Dal 2015 a oggi: 6,39 miliardi di barili estratti, 40mila km di gasdotti, 22 miliardi di euro in garanzie pubbliche e 11 miliardi di dollari in prestiti. Mentre i governi promettevano di limitare il riscaldamento a 1,5°C, le principali aziende e istituzioni finanziarie del paese facevano esattamente l'opposto.   Per leggere l’articolo https://www.nigrizia.it/notizia/italia-fossili-eni-snam-sace-intesa-sanpaolo-crisi-climatica-accordo-parigi-cop30